Le filastrocche per bambini sono uno strumento straordinario per accompagnare i piccoli nello sviluppo del linguaggio, offrendo un’esperienza ricca di ritmo, suoni e parole . Non solo sono divertenti, ma favoriscono anche la consapevolezza fonologica, la comprensione del linguaggio e la creatività. Non è un caso che anche nelle sessioni di logopedia questi brevi componimenti rappresentino spesso un punto di partenza efficace per stimolare il linguaggio in modo naturale e giocoso.
Benefici delle filastrocche nello sviluppo del linguaggio
Le filastrocche, infatti, permettono di raggiungere diversi obiettivi:
- introdurre gradualmente nuovi suoni. Se un bambino ha difficoltà con un suono specifico, fargli ripetere filastrocche che lo includono può aiutarlo a padroneggiarlo senza eccessivo sforzo;
- coinvolgere attivamente i bambini. Proporre filastrocche personalizzate, inserendo i nomi dei piccoli, i loro oggetti preferiti o le azioni quotidiane, ma anche parole inventate, li aiuta a migliorare la loro pronuncia e le loro proprietà di linguaggio;
- sfruttare la ripetizione. Ripetere le filastrocche più volte e in diversi contesti è fondamentale per consolidare i suoni e le parole.
Come utilizzare le filastrocche a casa?
Il modo in cui vengono proposte le filastrocche è cruciale per coinvolgere i bambini. Per raggiungere questo scopo gli adulti hanno a disposizione diverse strategie.
- Giocare con il ritmo: battere le mani, usare un tamburello o semplicemente picchiettare il tavolo per cadenzare le parole.
- Esagerare i suoni: enfatizzare le rime o i suoni chiave per rendere le parole più evidenti e facili da imitare.
- Integrare i suoni con il movimento. Ad esempio, si può saltare quando si dice “salta”, o girarsi quando si dice “gira”.
- Usare parole semplici: anche filastrocche brevi e composte da parole facili possono essere estremamente efficaci.
Per sfruttare al meglio le filastrocche nello sviluppo del linguaggio dei più piccoli è inoltre utile per i caregiver tenere a mente un paio di comportamenti da evitare. Innanzitutto, se i bambini sbagliano a pronunciare un suono o non si ricordano una parola, non bisogna correggerli sgridandoli, ma fargli ripetere la filastrocca con calma e offrirgli, in questo modo, un modello positivo da imitare. Inoltre è sempre bene non forzare l’interazione: se i piccoli non vogliono partecipare subito, è utile lasciare loro il tempo di ascoltare e familiarizzare con le parole. Ripetendo più volte la filastrocca saranno invogliati a unirsi spontaneamente.
Cinque attività divertenti con le filastrocche
Ecco alcune idee pratiche per integrare facilmente le filastrocche nella routine quotidiana.
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Filastrocche personalizzate
Inventare insieme una filastrocca utilizzando i nomi della famiglia o oggetti di casa. Ad esempio: “Marco mangia una mela, è veloce come una pantera!”. Anche parole inventate, come “pim-pam-pum”, sono perfette per stimolare il linguaggio.
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Giochi con il ritmo
Usare strumenti musicali (o oggetti di casa come pentole e cucchiai) per battere il ritmo mentre si recita una filastrocca. Questo rende l’esperienza coinvolgente e multisensoriale.
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Filastrocche in movimento
Durante una passeggiata o un’attività fisica, recitare una filastrocca abbinandola ai movimenti. Ad esempio, salire le scale dicendo: “Uno, due, tre TOPO TITO TOPO TATO”.
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Caccia alla rima
Leggere una filastrocca e fermarsi prima di una rima, invitando i bambini a completarla. Se non riescono, è bene ripetere con entusiasmo, creando un modello positivo.
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Filastrocche visive
Usare oggetti o immagini per rappresentare le parole delle filastrocche. Per esempio, mentre si recita “Stella stellina, la notte si avvicina”, mostrare una stella giocattolo o disegnarla su un foglio.
Conclusioni
Le filastrocche sono un mezzo potente per stimolare il linguaggio e la creatività nei bambini. Che le si utilizzi per giocare, inventare parole o ripetere suoni, il loro ritmo e la loro semplicità le rendono accessibili e divertenti. Attenzione, però: non è importante che il bambino sia perfetto nel recitarle, ma che si diverta e impari attraverso l’ascolto e la ripetizione.
Anna Biavati – logopedista pediatrica
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