Una delle filosofie educative a cui i genitori ricorrono sempre più spesso con i loro figli è la Pedagogia del bosco. Con questo termine si indica non solo un approccio pedagogico, ma un vero e proprio stile di vita che trasforma il modo in cui i bambini crescono, imparano e si relazionano con il mondo, con un’influenza diretta anche sulla famiglia. Esploriamo insieme cosa rende speciale questa esperienza e perché sempre più famiglie scelgono l’educazione in natura.
Più di una semplice lezione all’aperto
La Pedagogia del bosco è una forma di educazione esperienziale e attiva che si svolge prevalentemente nei boschi e in ambienti naturali. Ma attenzione: non si tratta solo di “fare scuola all’aperto”. Chi educa nel bosco deve possedere competenze didattiche ma anche fisiche e naturalistiche, e soprattutto una profonda connessione con la natura. L’educatore in questi contesti, quindi, non è un “maestro” tradizionale. È un facilitatore, un osservatore, un appassionato. Porta sé stesso nel bosco, insieme alle sue competenze e alle sue passioni (come accendere un fuoco, insegnare nomi di piante e animali, ma anche cantare, scolpire, recitare e insegnare lingue straniere).
Nel bosco, l’apprendimento non è trasmesso: è attivato. Se l’educazione tradizionale si basa su una didattica frontale, con un maestro che spiega e i bambini che ricevono informazioni, la Pedagogia del bosco ha come fine l’attivazione del cervello del bambino. Pertanto in questo tipo di approccio pedagogico l’insegnante osserva come i bambini si muovono nella natura e sulla base delle sue osservazioni propone ai piccoli attività di libera scelta, trasformando il bosco in un’aula a cielo aperto, nella quale svolgere attività che stimolano la motricità fine, giochi più strutturati ed esercizi con lettere e numeri.
Outdoor Education o Forest School? Facciamo chiarezza
Spesso si fa confusione l’Outdoor Education con la Forest School. In realtà si tratta di due approcci affini ma che presentano notevoli differenze, come ha spiegato anche Danilo Casertano in questo articolo.
L’Outdoor Education indica un’educazione strutturata all’aperto, in qualsiasi contesto fuori dalle mura scolastiche (cortili, parchi, città…) in cui le attività proposte agli alunni sono pensate dagli adulti. Quando si parla di Forest School, invece, si intende un’educazione destrutturata in natura, in cui il bambino esplora e gioca liberamente, osservato da adulti che non intervengono se non per garantirne la sicurezza.
Nonostante questa differenza di fondo, si tratta di due approcci complementari, che si arricchiscono l’un l’altro. L’ideale, dunque, sarebbe integrare entrambe queste pratiche nell’educazione dei piccoli.
I pilastri della Pedagogia del bosco
L’Outdoor Education si basa su una serie di punti imprescindibili.
- Apprendimento attivo: in questo tipo di approccio i bambini imparano facendo, esplorando e sperimentando direttamente. Le attività sono spesso a libera scelta, calibrate sui bisogni del gruppo: motricità fine, teatro, arte, musica, lettura. Un esempio classico di attività di questo tipo è la passeggiata nel bosco, in cui non c’è un obiettivo pratico ma tutto ciò che si incontra può trasformarsi in un’occasione di gioco e di scoperta.
- Gioco libero: che favorisce lo sviluppo della creatività, dell’autonomia e delle abilità sociali. Può essere inteso sia come gioco di relazione senza la presenza di un adulto accanto, ma in luoghi più strutturati, oppure come attività di esplorazione sotto la supervisione dell’adulto. L’educatore osserva silenzioso, lasciando ai bambini lo spazio per relazionarsi tra loro in modo autentico. È così che nascono autonomia, creatività e empatia.
- Sviluppo dell’Intelligenza naturalistica: ovvero di una delle nove forme di intelligenza presenti negli esseri umani secondo la teoria delle “Intelligenze multiple” di Howard Gardner. I bambini imparano a classificare, osservare, memorizzare e collegare fenomeni naturali, arrivando a comprendere le materie tradizionali in maniera spontanea.
- Ecopedagogia: ovvero l’educazione al rispetto dell’ambiente e alla sostenibilità. Sviluppando una profonda connessione emotiva con la natura, i bambini imparano a essere più sensibili nei confronti del pianeta e più empatici nelle relazioni interpersonali. Prova di questo è che ogni scuola nel bosco è diversa perché si adatta al contesto geografico e territoriale in cui si trova.
Una diversa gestione del tempo
Mentre la giornata scolastica tradizionale è caratterizzata da tempi rigidi e scanditi, nel bosco il tempo si dilata: i bambini non apprendono seguendo orari prestabiliti, ma si muovono in libertà e imparano accendendo un fuoco, costruendo una capanna, scrivendo con le foglie. Non esiste un solo modo per imparare, ma infiniti percorsi, tutti autentici.
Ovviamente ogni realtà che persegue questo tipo di educazione è a sé stante e si adatta al contesto geografico e territoriale in cui si trova. Come esempio concreto si può citare la “giornata-tipo” dell’Asilo del bosco attivo a Pianfei (CN). I bambini vanno all’asilo dal lunedì al venerdì, dalle 7.30 alle 18. In questo lasso di tempo svolgono una routine strutturata in questo modo:
- Accoglienza e Circle Time
- Gioco libero, attività didattiche o passeggiate
- Pranzo condiviso
- Riposo o tempo calmo
- Pomeriggio tra esperienze libere e laboratori
D’inverno si sfrutta un prato come aula all’aperto. In caso di freddo intenso i bambini scelgono se restare dentro o fuori. Gli educatori gestiscono piccoli gruppi, proponendo attività e osservando le inclinazioni e le emozioni del momento.
Perché scegliere la Pedagogia del bosco?
Il motivo principale per cui scegliere questo tipo di approccio educativo è molto semplice: la natura produce dei benefici, sia in termini di salute che dal punto di vista delle competenze sviluppate dai più piccoli. È infatti dimostrato come passare tanto tempo in natura produca una migliore qualità del sonno, una maggiore autonomia e una migliore gestione delle emozioni difficili, oltre che migliori capacità motorie, e un maggiore sviluppo del senso critico e dell’empatia.
Tuttavia la Forest School non può essere vissuta come un’improvvisazione. Per intraprendere questo tipo di percorso educativo servono competenze, formazione e la piena consapevolezza dei rischi e degli obiettivi che possono essere raggiunti. Ecco perché è importante che i genitori avvicinino i propri figli a questo tipo di approccio gradualmente, in modo da capire se la Pedagogia del bosco possa fare al caso loro. Ad esempio si possono svolgere una serie di attività semplici:
- passeggiate senza meta, lasciando che siano i bambini a guidare.
- Attività interattive nella natura, come raccogliere le foglie, toccare la terra e le piante.
- Portare i propri interessi in natura: fare pic-nic lenti, leggere o suonare in un parco.
- Lasciare che i piccoli sperimentino in natura: osservando, meravigliandosi e… sporcandosi!
Conclusioni: la Forest School come regalo ai più piccoli
Educare nel bosco è molto più di un modo per formare i bambini: è un vero e proprio atto d’amore. Scegliere gli asili nel bosco è indubbiamente una scelta che richiede coraggio, impegno da parte dei genitori e che va ragionata a fondo, ma che regala gioia e competenze autentiche ogni giorno.
In questo modo, la Pedagogia del bosco diventa un progetto di lunga durata, che ha degli effetti positivi sui bambini e in generale su tutta la famiglia.
Federica Biscia, educatrice nel bosco