Come si sviluppano le preferenze alimentari nei bambini?

Perché i bambini preferiscono certi cibi?
Che cosa influenza le preferenze dei piccoli?

Gli alimenti preferiti dai bambini spesso sono i gelati, il cioccolato, la carne, le patate chips, non in quanto tali, ma per l’aggiunta di aromi e additivi che ne modificano il gusto e li rendono irresistibili. Quasi mai frutta e verdura sono tra i cibi preferiti dei più piccoli. Quello che spinge i bambini a mangiare non è tanto la fame o la necessità di cibo, ma il suo aspetto, la consistenza, il sapore, l’odore e gli aromi che li modificano.
Tuttavia ci sono alcuni fattori che orienteranno i gusti dei bambini già a partire dalla gestazione.

I fattori che determinano le preferenze alimentari

Lo sviluppo delle preferenze alimentari si crea e si modifica nel tempo grazie all’interazione di tre fattori:

  • Innati: si tratta di quelle preferenze verso alcuni cibi dovuti alla naturale predisposizione verso alcuni gusti piuttosto che altri.
  • Educativi: sono quei fattori che dipendono dagli esempi che arrivano in famiglia e a scuola. L’educazione al gusto è, infatti, un processo che inizia fin da piccoli a partire dallo svezzamento e poi con la scuola dell’infanzia e con le diverse attività ludiche legate al cibo, come per esempio giocare con la frutta e la verdura, svolgere attività manuali come impastare e comporre insieme il menù.
  • Ambientali: variano da regione a regione e dalle abitudini della famiglia. Così come diverse sono le variazioni genetiche che influenzano le capacità di percepire i gusti e di conseguenza l’attività di svezzamento del bambino. Le percezioni di un bambino occidentale europeo non saranno uguali a quelle di un occidentale americano e saranno diverse da quelle di un bambino cinese o giapponese.

Quello che gli psicologi dell’alimentazione hanno sostenuto per decenni, e ora sembra dimostrato, è che le esperienze gustative fatte dal bambino durante l’allattamento, lo svezzamento ed i primi 1000 giorni di vita, influenzano le sue abitudini da adulto. Questa tesi è stata, ad oggi, confermata anche da neuroscienziati che grazie agli strumenti di Risonanza Magnetica Nucleare Funzionale sono riusciti a dimostrare che lo sviluppo cerebrale delle aree del gusto è già organizzato alla nascita:

  • in senso positivo per il dolce, il salato e l’umami (il gusto delle proteine);
  • in senso negativo per l’amaro;
  • neutro per l’aspro o l’acido.

Perché è importante mangiare cibo sano a partire dalla gravidanza?

Le esperienze in utero e quelle dopo la nascita possono modificare la percezione dei sapori e del gusto e quindi modificare il rapporto con il cibo. I contatti precoci, in utero, durante l’allattamento materno e durante lo svezzamento, con alimenti che hanno sapori di amaro ed acido, o aromi volatili come quelli dell’aglio, della cipolla o dei carciofi, modulano le preferenze a lungo termine ed avranno un’influenza poi sulle scelte del cibo in futuro e di conseguenza sulla salute. L’educazione ai sapori e al gusto prenatale e postnatale è importante per sensibilizzare le madri in gravidanza a mangiare cibo sano, proprio perché le loro abitudini passano al bambino attraverso il liquido amniotico, poi attraverso il latte materno e possono persistere durante l’infanzia e l’adolescenza.

Le buone abitudini a un’alimentazione sana si pongono a partire dalla gravidanza e proseguono fino ai primi tre anni di vita e sono estremamente importanti per aiutare il bambino a prevenire le sue possibili malattie metaboliche da adulto come il diabete e l’obesità.

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