Mindful Play: il gioco consapevole

Il Mindful Play, che si può tradurre in “gioco consapevole”, è un’attività di gioco il cui obiettivo è quello di insegnare sia al bambino sia al genitore come essere presenti nel momento.

Il primo ad utilizzare la Mindfulness nel gioco è stato lo psicologo Barry Chaloner con la finalità di rendere attiva la meditazione, sfruttando l’esistenza di una correlazione tra la possibilità di crescere in un ambiente sicuro ed empatico, fino almeno all’età di 6-8 anni, e la capacità del bambino di essere pienamente nel qui (un determinato luogo) e ora (un preciso istante). Attraverso il gioco consapevole possiamo insegnare ai bambini la consapevolezza emotiva: individuare le emozioni, riconoscerle nel corpo e denominarle.

Il Mindful Play richiede di liberare la mente da tutte le distrazioni ed essere concentrati sul presente. Quando siamo distratti la nostra mente inizia a vagare di pensiero in pensiero: l’esercizio di riportarla al presente rappresenta quindi una ricchezza per i bambini, che sono spesso sollecitati da mille distrazioni. In questo modo i piccoli possono rivolgersi all’esperienza che si stanno vivendo con una mente chiara, ovvero con curiosità, con un atteggiamento aperto e senza giudizio.

Perché è così importante il gioco consapevole?
Quali sono i benefici per i bambini?

Diverse ricerche hanno dimostrato che ci sono molti benefici nell’incoraggiare e partecipare al gioco consapevole, benefici che sono importanti per lo sviluppo del bambino come: migliorare la capacità di attenzione, favorire la calma e l’autoregolazione emotiva, migliorare la capacità di prendere decisioni.

E per i genitori?

I benefici del gioco consapevole non riguardano solo i bambini: grazie alla funzione della risonanza limbica, che è la capacità di un individuo di mettersi nei panni dell’altro, ovvero di entrare in empatia e di sintonizzarsi sulle sue emozioni, anche noi adulti possiamo trarre degli importanti benefici. Possiamo, infatti, ritornare allo stato dell’essere del bambino, lasciar andare il bambino interiore che è in noi, migliorare la connessione emotiva con il bambino e l’ascolto consapevole.

L’ascolto consapevole

L’ascolto consapevole è un ottimo punto di partenza per iniziare l’attività ludica basata sul Mindful Play. Nel concreto si tratta di far ascoltare al bambino dei suoni diversi, aiutandolo a identificare quali siano. Questa attività è di grande aiuto per aumentare la concentrazione e stimolare la mente a tornare sul presente. Se eseguiti con regolarità, questi esercizi di ascolto consapevole aiutano il bambino a vivere il quotidiano con maggior capacità di connessione mentale evitando di farsi sopraffare dal caos quotidiano, a essere più calmo e rilassato.

Un esempio di Mindful Play:
i campanelli consapevoli

Prova a chiedere al tuo piccolo di prestare attenzione a quanti rumori si possono sentire durante il giorno: per esempio quelli che si sentono in casa (la lavatrice che gira, un rubinetto che gocciola), nel traffico cittadino mentre lo accompagni a scuola (i clacson delle auto, il rombo di una motocicletta, il rumore della pedalata di una bicicletta che sfreccia) oppure in un parco (il cinguettio di un uccello, un cane che abbaia). Se fate attenzione vi accorgerete che ci sono decine di suoni o rumori quotidiani che non avete mai percepito e ascoltato veramente, con consapevolezza. Provate a individuare assieme questi suoni e poi chiedi al tuo bambino di immaginare che siano come tanti campanelli.

Attenzione: non è necessario che siano dei campanelli reali, l’importante è che il tuo bambino, ogni volta che individua un rumore, lo immagini come un campanello. Ecco come si svolge questa attività.

  1. Provate insieme a elencare quanti campanelli consapevoli ci sono intorno a voi: lo squillo del telefono; il gorgoglio di una pentola d’acqua che bolle; il fischio del treno che sta passando nella stazione vicina; il rumore di un’auto; i passi della mamma che sta scendendo le scale.
  2. Ogni volta che uno di questi “campanelli” suona chiedi al tuo bambino di fermarsi e di prestare attenzione a quel rumore. Prova a dirgli di isolarlo, cioè di fare finta che il suo orecchio stia sentendo quel rumore per la prima volta.
  3. Chiedigli di scoprire tutte le caratteristiche di quel rumore e di esplorarle come se avesse l’udito di un supereroe. Per esempio, nella pentola sul fuoco si sentono l’acqua che saltella e gorgoglia e gli sbuffi di vapore che escono dal coperchio; oppure la mamma che scende le scale potrebbe avere dei tacchi o indossare delle scarpe da ginnastica: aiutalo a renderlo consapevole che sono due rumori diversi, uno più forte di intensità e l’altro più morbido e soffice. Digli di chiudere gli occhi e di provare a indovinare altri rumori che si possono sentire. Fate insieme tre respiri profondi, mantenendo l’attenzione uditiva sul rumore che avete isolato.
  4. Sempre con gli occhi chiusi provate a vedere che cosa sentite dentro di voi: per esempio, attraverso il campanello della pentola sul fuoco che gorgoglia potrete sentire, nella vostra bocca, l’aumento della salivazione oppure la pancia che brontola.
  5. Da ora in poi il tuo bambino potrà usare questi campanelli di consapevolezza, che sono dei suoni e dei rumori amici, per “allontanare” un rumore spaventoso e spostare la sua attenzione su un suono piacevole scelto tra i suoi campanelli. Per esempio, un rumore assordante oppure un urlo improvviso e inaspettato, che immobilizzano il bambino, possono essere associati al fischio del treno che passa vicino alla sua casa quando è in famiglia con mamma e papà. In questo modo il tuo piccolo può provare a calmare sé stesso, osservando ciò che accade dentro e fuori e facendo tre respiri prima di ritornare a quello che stava facendo. Chiedi al tuo bambino di spiegarti quale evento lo immobilizza dalla paura, in che circostanze si è manifestato. Raccontagli una tua esperienza che ti ha fatto immobilizzare dalla paura: parlate di come vi sentite e di quello che provate entrambi in quelle situazioni.

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